“Albino Accoroni e le sue opere: un vulcano di originalità” di Aldo Severini

Albino Accoroni che ricrea degli ottimi paesaggi, mai statici, nei quali si nota la brezza o la forza del vento, nei quali si osservano colori densi dati con una tecnica particolare che potremo chiamare “tessiture a rilievo” o “graniture”, cioè non superfici lisce, ma cosparse di colori che ti danno quel movimento, o lo evidenziano maggiormente, del quale ho già parlato.

Nell’osservare le sue opere la mia attenzione è caduta su alcune nature morte e su alcuni paesaggi, che mi sono sembrati particolarmente interessanti, proprio alla luce di quanto sono venuto dicendo.

“Barche a riva” a ridosso delle case, un angolo dove sono state rifugiate per il periodo che non potranno prendere il mare.

Un angolo di grande effetto, case con mura sbrecciate, panni stesi ad asciugare con delle cromie azzeccate che ti danno la visione precisa della disgregazione di queste vecchie case e della periferia della città.

Una lampada che illumina diversi elementi disposti su un tavolo (un bicchiere, un barattolo, una mela, foglie, frutta ; il fondo rosato e un rosa più ombrato con accanto della verdura e più sotto oggetti non ben definibili), che ti danno la sensazione del caos o di un magazzino dove sono state ammassate cose varie ; “l’albero piegato dal vento” : Si parte da un primo piano verde (uno dei colori più usati da Accoroni che degrada fino all’ocra, nel mezzo macchie rosse di papaveri, questo immenso albero piegato che rivela la forza della natura e le complesse forme che dà alle cose) ; o “case coloniche”, anche qui in primo piano il verde e una lussureggiante vegetazione che sta seppellendo case coloniche disabitate.

Queste macchie di colore sono fatte sempre con la tecnica della granitura o del colore a rilievo.

Accoroni non si serve di molti colori per le sue opere : preferisce il verde, usa il rosa, il violetto, macchie di rosso e dei marroni mai puri, sempre mescolati ad altri colori per dare alla superficie la visualità di macchie o di sfumature che rendono l’opera più “sciolta”.

Si vede che la mano del pittore si è mossa con disinvoltura, abbattendo gli steccati della staticità che, spesso in altri artisti, lascia un po’ stucchevoli. Voglio aggiungere che Accoroni non ama ripetersi, per cui ogni quadro è il frutto di idee che sono maturate in lui.

Aldo Severini